Il Milan riparte dal solito Inzaghi
Il giuramento di Ronaldinho
Prima dell’amichevole col Varese Berlusconi fa salire il brasiliano su un tavolino davanti ai compagni: “Prometti che ti comporterai da professionista”. Superpippo due volte in gol nella partita vinta 2-0 che inaugura l’era Leonardo
VARESE, 12 luglio 2009 – Il Milan riparte da Filippo Inzaghi: 2-0 al Varese con doppietta dell’insaziabile bomber. Ma scatta anche all’insegna del 4-3-3; il modulo formato Leonardo che inaugura la sua era. Il nuovo allenatore rossonero schiera Kalac in porta; Antonini, Nesta, Thiago Silva e Jankulovski in difesa; Gattuso, Seedorf e Flamini a centrocampo, quindi il tridente, con il vice-Pato Borriello, Inzaghi e Ronaldinho. Evidenti gli input del tecnico: esterni difensivi pronti a spingere sulle fasce, squadra corta, scambi veloci e pressing sugli avversari. Dettami che i rossoneri seguono alla lettera, anche se le gambe sono di legno e i carichi di lavoro delle dodici sedute fin qui sostenute, si fanno sentire. Indicazioni comunque positive. Inzaghi a parte, proprio da Dinho che come un diesel carbura lentamente, ma poi fa vedere di che pasta è fatto.
Inzaghi non perde il vizio — Bello il destro di Seedorf al 2′, di poco a lato, su assist di tacco di Ronaldinho. Una partenza convincente…… ….anche se i collegamenti fra i reparti sono arruginiti. All’11’ arriva il primo gol. L’autore? Tanto per cambiare l’abbonato Pippo Inzaghi che riceve al limite e infila di destro sul primo palo. Spettacolare la sassata di Seedorf al 24′ su punizione, ma il bolide va a sbattere contro la traversa. Al 34′, Del Sante colpisce il palo con un colpo di testa ravvicinato grazie alla complicità di Kalac che si dimentica di uscire e della difesa rossonera, tra l’altro in superiorità numerica. Una grana atavica, quella della palla inattiva, che Leonardo dovrà risolvere in fretta. Nella ripresa spazio a Favalli, Oddo e Storari; fuori Nesta, Antonini e Kalac. E subito il raddoppio di Inzaghi al 3′. Ma il capolavoro lo fa Ronaldinho con un numero d’alta scuola sulla linea di fondo. Abile e mattere davanti alla porta per il cannibale che deve solo spingere in rete. Pippo esce al 16′ per Zigoni; dentro anche Albertazzi e Strasser; out Jankulovski e Gattuso. Dinho saluta al 30′ con Borriello, Seedorf e Thiago per i giovanissimi Ikande, Oduamandi, Beretta e, chi si rivede, Kaladze. Esperimenti utili a far rifiatare i senatori, ma comunque in grado di mantenere il risultato.Soddisfatto Silvio Berlusconi, spettatore di lusso in tribuna. Ma il patron è stato chiaro: “Il Milan deve innestare un’altra marcia rispetto al passato”. Un diktat quello del presidente del Consiglio, che oggi ha seguito da vicino la sua squadra, prima con una visita a Milanello (dove si è svolto il giuramento di Ronaldinho: tutti i retroscena sulla “Gazzetta dello Sport” in edicola) e poi durante la prima amichevole stagionale. A Milanello, Berlusconi ha parlato a Gattuso e compagni, “non per dire cose di rito, ma un po’ diverse – ha rivelato il premier – affinchè si possa veramente innestare un’altra marcia rispetto al passato, con qualche innovazione tattica e sempre con la grande volontà di fare il Milan”. Una chiara stoccata a Carlo Ancelotti, più volte messo sotto accusa nel suo ultimo campionato italiano. E poi l’affondo: “Cioè di scendere in campo e divertire, di essere padroni del campo e del gioco, e di giocare anche con qualche ragionevole tattica che l’anno scorso non è stata applicata”.
“Largo ai giovani” — Riferendosi all’intervista rilasciata negli scorsi giorni alla Gazzetta dello Sport in cui aveva dichiarato che il Milan è alla pari dell’Inter, Berlusconi ha chiarito che “il Milan dal punto di vista tecnico ha giocatori che altre squadre non hanno”. “Mi hanno fatto una domanda sull’Inter, che io apprezzo sul piano atletico e del vigore fisico, ma – ha aggiunto – il coefficiente di classe dei vari Pirlo, Seedorf, Ronaldinho e Pato, non credo abbia eguali in Italia”. Infine due considerazioni: Dinho? Deve essere l’uomo in più del Milan. Anche i giocatori vogliono che sia il suo anno. Luis Fabiano? Non so quante possibilità ci sono; preferirei pensare ai giovani come Zigoni, per esempio; continuerei su questa linea e poi abbiamo tante alternative in attacco. Non siamo disposti a fare spese folli”.