Stefano Borgonovo sta giocando la partita più importante della sua vita, in cui l’avversario è una malattia subdola e spietata che gli sta lentamente distruggendo il fisico lasciandogli lucida la mente; si chiama “morbo di Gehrig” o SLA ma negli ultimi anni è stata ribattezzata anche “malattia dei calciatori” visto che sono già 40 i casi accertati in questa categoria di sportivi, il più famoso dei quali, prima di quello di Borgonovo, è stato quello di Gianluca Signorini. La cosa più importante da sapere, però, non è tanto il nome della malattia o di chi sia stato colpito da essa, quanto piuttosto che, purtroppo, è molto difficile da sconfiggere, visto che al momento non se ne conoscono le cause e non ci sono cure e rimedi validi che ne riducano i devastanti effetti. Borgonovo , quindi, sta giocando una partita apparentemente invincibile, ma le partite si possono vincere anche al 90° o, addirittura, ai tempi supplementari; Stefano lo sa bene, visto che quando giocava nella Fiorentina ha segnato gol importanti in “zona Cesarini”, mentre al Milan ha segnato il gol forse più importante della sua carriera proprio nei tempi supplementari di una semifinale di ritorno di Coppa dei Campioni: era il 18 aprile 1990 e i rossoneri, reduci dalla vittoria 1-0 dell’andata contro il Bayern Monaco, chiusero i tempi regolamentari all’Olympiastadion in svantaggio di un gol (realizzato da quello Strunz poi reso famoso da Trapattoni); Borgonovo, entrato al 68° in sostituzione di Stroppa, interruppe dopo più di cento minuti l’indicibile sofferenza di noi tifosi rossoneri con un meraviglioso pallonetto che andò ad insaccarsi alle spalle di Aumann, timbrando il passaporto del Milan per la finale di Vienna, poi vinta contro il Benfica. La carriera di Borgonovo al Milan non è stata particolarmente fortunata: una sola stagione, 23 presenze, 6 gol, equamente divisi fra campionato (uno alla prima giornata a Cesena, uno all’ultima nella partita in campo neutro a Bergamo contro il Bari), Coppa Italia (doppietta nel 6-0 casalingo al Messina) e Coppa dei Campioni (il già citato gol al Bayern e un altro al primo turno a Helsinki) ma quella perla di Monaco la ricordiamo tutti, ha un posto speciale nel nostro cuore rossonero e ci ha fatto esultare come pazzi. Purtroppo Stefano aveva davanti a sé un certo Marco Van Basten, straordinario campione che ha “cannibalizzato” (in senso sportivo ovviamente) molti altri compagni di reparto; il confronto era impossibile, lo spazio a disposizione poco e la goccia che fece traboccare il vaso della sopportazione, della delusione e del rammarico fu il fatto di non aver giocato nemmeno un minuto nella finale di Vienna, dove il Milan era arrivato proprio grazie a lui; così la stagione seguente le strade di Borgonovo e del Milan si divisero ma, come sempre, il legame è rimasto forte e saldo, visto che, appena venuti a conoscenza della tragica situazione di Stefano, tutti i componenti del Milan, attuale e di allora hanno dato la loro entusiastica adesione all’amichevole organizzata per questa sera allo stadio Franchi di Firenze, fra le due squadre più importanti della sua carriera, Fiorentina e Milan appunto. Come tutte le iniziative di solidarietà a persone famose particolarmente sfortunate e sofferenti, sarà una serata struggente ed emozionante, in cui l’aspetto tecnico passerà in secondo piano per lasciare spazio ai sentimenti e alla commozione, nella speranza che eventi di questo tipo possano servire ad aiutare non solo Stefano ma anche tutti quelli che, come lui, stanno soffrendo le stesse pene e non hanno nemmeno il conforto dell’affetto generale come quello che in questi giorni sta circondando Borgonovo. Stefano e la sua famiglia hanno vissuto e stanno vivendo con molta dignità questa tragedia, al punto che fino a qualche settimana fa non avevano voluto rendere pubblica la malattia, nota solo a parenti, amici e, ovviamente, nella zona in cui Borgonovo tutt’ora vive (Giussano); poi un’intervista a SKY ha choccato e commosso tutti e scatenato la gara di solidarietà, soprattutto nelle squadre in cui ha giocato (anche Como e Udinese tanto per fare un paio di esempi e che per questo meritano la citazione). Caro Stefano, purtroppo nessuno può sapere quale sarà il decorso della tua malattia e, quindi, il tuo futuro: possiamo solo augurarti tutto il bene possibile con un gigantesco in bocca al lupo, perchè la malattia è un portiere apparentemente imbattibile ma con un altro magico pallonetto puoi ancora farcela a segnare il gol più importante della tua vita e stai sicuro che in quel caso esulteremmo con te e per te, come abbiamo fatto insieme in quella magica notte di Monaco. Forza Stefano, non mollare!