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SUPERPIPPO NON BASTA

brema 

Il Milan voleva dimenticare il derby con una prestazione positiva a Brema, ma ci è riuscito solo in parte: un pareggio con gol, ottenuto in trasferta, è sempre un buon risultato, ma lascia un po’ di rimpianti se vieni raggiunto a pochi minuti dalla fine. I rossoneri hanno mostrato pregi e difetti già noti da tempo e hanno giocato a fasi alterne: inizio pessimo, fase centrale positiva, finale in sofferenza e deludente; la formazione molto rimaneggiata è un’attenuante, ma questo….. ……Werder Brema ha dimostrato di non essere una squadra irresistibile e il Milan poteva tranquillamente vincere lo stesso questa sfida e presentarsi più sereno alla sfida di ritorno, in programma giovedì prossimo a San Siro. Le buone notizie vengono dall’immenso e immortale Inzaghi e da Flamini, quelle cattive, manco a dirlo, dalla solita disastrosa difesa, in cui cambiano gli interpreti ma il risultato rimane lo stesso. Niente di nuovo neanche in Europa, quindi, perchè ancora una volta la difesa distrugge ciò che l’attacco aveva faticosamente costruito e il Milan si fa raggiungere nel finale come è già avvenuto spesso anche in campionato; per fortuna questo pareggio è molto più utile di quelli che hanno rallentato la corsa del Milan nella classifica di serie A, ma ora bisogna farlo fruttare a San Siro nella gara di ritorno, contro una squadra che non cambia atteggiamento in trasferta (e l’Inter ne sa qualcosa…); insomma servirà un Milan più continuo e attento rispetto a quello visto a Brema per passare il turno e proseguire il cammino in Coppa UEFA.

Ancelotti cambia radicalmente la difesa rispetto al derby: tre uomini diversi (Bonera a destra, Senderos e Favalli centrali), con l’unico superstite (Zambrotta) spostato a sinistra; a centrocampo non viene rischiato Beckham, che non ha recuperato pienamante dal problema alla coscia destra e va in panchina, quindi giocano sia Ambrosini che Flamini insieme al regista Pirlo; disponibile, invece, Ronaldinho (anche lui in dubbio alla vigilia) che affianca Seedorf alle spalle dell’unica punta Inzaghi, alla caccia di un gol europeo che gli permetta di distanziare Raul in testa alla classifica degli eurobomber.
Il Weserstadion è praticamente tutto esaurito e c’è grande entusiasmo per l’arrivo del Milan; anche il settore ospiti è discretamente pieno, perchè questa Coppa UEFA non sarà la Champions ma è pur sempre un trofeo internazionale molto importante e c’è grande voglia di conquistarla, soprattutto ora che le speranze di scudetto sono ormai azzerate.

L’inizio di partita è choccante: ti attendi un Milan attento e concentrato, assisti alla sagra degli orrori in difesa e il Werder sfiora il gol in tre occasioni ma per fortuna Tziolis tira debolmente fra le braccia di Dida da favorevolissima posizione e Almeida non ha una mira perfetta nè di piede nè di testa. Stupisce (o forse no, visti i precedenti) la facilità con cui la difesa rossonera concede spazi invitanti agli avversari e si inizia a temere la disfatta, poi lentamente il Milan si riprende, riordina le idee, si riorganizza e comincia a prendere il sopravvento con il possesso palla, alzando il baricentro e creando qualche problema alla difesa avversaria, che in quanto a scarsa impenetrabilità gareggia con quella rossonera. Quando Pirlo smarca Inzaghi con un delizioso pallonetto e il guardalinee ferma ingiustamente SuperPippo (in posizione regolare) si capisce che il Milan inizia a fare sul serio, ma resta il rammarico per un’altra decisione arbitrale dubbia. Ronaldinho e Seedorf provano a dare fantasia al gioco e dai piedi dell’olandese nasce l’assist per il perfetto inserimento di Flamini, che tira rabbiosamente in porta ma trova la respinta del portiere. Le due squadre si sfidano a viso aperto: Inzaghi sfiora il gol di testa, Fritz risponde costringendo Dida alla deviazione con un rasoterra insidioso da fuori area. Ma quando SuperPippo respira la salubre aria delle sfide europee, diventa implacabile e puntualmente il gol arriva quando Flamini lo pesca in area con un preciso cross: il colpo di testa dell’attaccante va a sbattere su un difensore ma da vero rapace delle aree di rigore, Inzaghi è reattivo nel riprendere il pallone e infilarlo alle spalle di Wiese; gol n°66 per Pippo nelle coppe europee, festeggiato con il consueto entusiasmo ma, soprattutto, gol molto importante in chiave qualificazione.

Nella ripresa il Milan subisce l’assedio iniziale del Werder, che insidia la porta di Dida con Almeida (punizione fuori), Diego (deviazione di Dida in angolo) e ancora Almeida (colpo di testa fuori); i cuori rossoneri palpitano per la sofferenza, ma quando il Milan riesce a spingersi in avanti è sempre pericoloso: Inzaghi e Flamini impegnano Wiese, poi un sontuoso lancio di Seedorf pesca Inzaghi in contropiede e in posizione regolare, ma il violento tiro dell’attaccante va a stamparsi sulla traversa; dopo l’arbitro, anche la dea bendata penalizza SuperPippo, che avrebbe potuto segnare una fantastica tripletta e regalare la qualificazione al Milan, rendendo praticamente ininfluente la sfida di ritorno. Invece bisogna ancora soffrire, ma la squadra ha trovato un suo equilibrio e Ancelotti non vuole rischiare di modificarlo con le sostituzioni. Dida fa venire i brividi non trattenendo il pallone su una violenta punizione rasoterra di Almeida, ma fortunatamente la sua respinta centrale non viene sfruttata dagli attaccanti tedeschi e la retroguardia rossonera si salva con qualche affanno. Il Milan arretra sempre di più il baricentro in modo pericoloso, il Werder assedia l’area rossonera e, inevitabilmente, la beffa si materializza nel finale: Almeida sovrasta Senderos di testa, Diego si inserisce a sorpresa nel cuore dell’area e può battere indisturbato Dida; il gol ricorda molto quello subito nel derby da Stankovic, a dimostrazione che certi errori sono cronici e impossibili da evitare per questa difesa. Gli ingressi di Jankulovski e Beckham (al posto rispettivamente di Seedorf e Ronaldinho) sono sostanzialmente tardivi e inutili e il Milan rischia la sconfitta quando Favalli devia verso la propria porta un cross e colpisce clamorosamente il palo; si può tirare un sospiro di sollievo e il rimpianto per la mancata vittoria diminuisce al pensiero che avrebbe potuto materializzarsi anche una sconfitta.

Pareggio sostanzialmente giusto e risultato importante in chiave qualificazione; buon Milan nel primo tempo (primi minuti a parte) ma poi nella ripresa i rossoneri hanno sofferto la fisicità degli avversari, proprio come nel derby; la squadra è arretrata troppo sotto la spinta del Werder e inevitabilmente ha subito il pareggio quando tutti stavamo assaporando il dolce sapore della vittoria. Comunque queste sono partite di 180 minuti, quindi siamo in pratica alla fine del primo tempo e bisogna chiudere il discorso qualificazione a San Siro. Spesso il Milan in questi anni ha affrontato il ritorno casalingo partendo da un punteggio di parità ed è quasi sempre riuscito a spuntarla; questa squadra ha un’immensa esperienza in campo internazionale e ha la possibilità di mettere sotto una squadra con molti pregi ma anche altrettanti difetti, soprattutto in difesa. Rimane il rammarico per l’ennesima vittoria sfumata nel finale, per colpa del vizio di arretrare troppo e non riuscire a chiudere la partita, esponendosi al ritorno degli avversari e al rischio della beffa che puntualmente si materializza, ma tutto sommato la serata si può catalogare come positiva, a patto di non rovinare tutto settimana prossima nella sfida di ritorno, che va interpretata con la giusta attenzione e concentrazione e, soprattutto, cercando di soffrire e farci soffrire meno.