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400 VOLTE AUGURI MASSIMO

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Il 29 maggio 1977 é una data importantissima, a Pesaro nasce un futuro campione: Massimo Ambrosini. Nella città del basket, così soprannominata dalla maggior parte dei pesaresi, il calcio é spesso snobbato a favore della palla a spicchi, dove i campetti adibiti alla pallacanestro superano di gran lunga i campi da calcio. Il giovane Massimo, nonostante la tradizione cittadina e le buone capacità nel basket, decise di tentare la strada del pallone esagonale. Gli inizi furono in una famosa squadra pesarese, l’Adriatico Calcio, dove Massimo mostrò subito di avere delle qualità non indifferenti. Il Cesena, molto attento al settore giovanile, decise di offrire ad Ambrosini una possibilità: il giovane, dunque, iniziò la sua carriera nelle giovanili bianconere. Dal 1992 al 95 continuò la sua esperienza in Romagna, studiando a Pesaro e allenandosi nel pomeriggio nella famosa città della piadina. La stagione 1994/95, dove disputò la serie B con il Cesena, fu un fondamentale trampolino di lancio per il biondo centrocampista, che venne visionato dal Milan e prontamente ingaggiato per l’annata successiva. Ambrosini nella squadra di Capello, nonostante fosse chiuso da mostri sacri quali Desailly ed Albertini, riuscì a collezionare diverse presenze, esordendo in Champions League nel settembre 1996, in occasione della vittoria esterna per 4-1 contro il Rosemborg. Nella stagione 1997/98, per trovare continuità di minutaggio, Ambrosini fu ceduto in prestito al Vicenza di Guidolin, dove disputò un grande Campionato, segnando la sua prima rete in Serie A e raggiungendo un’insperata semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea. L’anno successivo, il nuovo allenatore del Milan, Alberto Zaccheroni, volle puntare in maniera decisa sul mediano pesarese, il quale rientrò alla base diventando un punto fermo del centrocampo rossonero. In quella epica stagione, gli uomini di Zac conquistarono uno splendido Scudetto in rimonta ai danni della Lazio; Massimo, titolare fisso nel 3-4-3 del suo tecnico, fu un vero protagonista, siglando anche una rete magnifica contro la Sampdoria. Nel 1999/2000, nonostante la stagione non portò trofei ai rossoneri, Ambrosini si confermò a grandi livelli, conquistando un posto nella Nazionale di Zoff, con la quale raggiunse la finale dell’Europeo poi persa contro la Francia. A seguito di quella bruciante sconfitta, iniziarono gli anni difficili per il centrocampista rossonero, il quale subì un grave infortunio al crociato anteriore del ginocchio sinistro. Il periodo nero si concluse con la vittoria della Champions contro la Juventus nel 2003, dove Massimo subentrò nella ripresa. I primi anni di Ancelotti, non furono semplicissimi per il biondo centrocampista che, a causa di infortuni e di affollamento a centrocampo, fu spesso costretto all’esclusione. Nonostante i problemi e lo scarso minutaggio, tuttavia, Ambrosini é spesso risultato decisivo nei successi rossoneri: emblematica la sua rete all’Olimpico contro la Lazio nel 2004, che permise al Milan di effettuare l’allungo decisivo sulla Roma. La sfortuna, purtroppo, non si consumò del tutto: Massimo, dopo aver regalato la finale di Istanbul del 2005 con il suo gol ad Eindhoven, fu costretto a saltare la sfida contro il Liverpool per un infortunio rimediato a Lecce. La stagione della consacrazione, dopo un anno di infortuni e ricadute continue, arrivò finalmente nell’annata 2006/07. Ancelotti, dopo la cessione di Shevchenko, fu costretto ad inventarsi un nuovo Milan, rinfoltendo il centrocampo con due mediani: Gattuso e, appunto, Ambrosini. Il nuovo modulo riuscì a garantire più stabilità al gioco rossonero, permettendo al Milan di raggiungere un’insperata quanto epica finale di Champions League. Ambrosini, dopo una serie di annate sfortunate, giocò tutte le partite da titolare, conquistando la Coppa ad Atene contro i Reds. Il successo europeo, permise ai rossoneri di sfidare il Siviglia per la Supercoppa Europea. Inzaghi, Jankulovski e Kakà affondarono gli iberici e, finalmente, Massimo alzò il suo primo trofeo da Capitano in quel di Montecarlo. Ad oggi un Ambrosini trentaduenne, dopo essere diventato un elemento insostituibile nell’ultimo Milan di Ancelotti, é diventato Capitano e punto fermo del modulo di Leonardo. Nella giornata attuale, il centrocampista pesarese é stato premiato per le sue 400 presenze in rossonero, traguardo che lo iscrive di diritto negli immortali del Club più titolato al Mondo. La speranza, di tutto il mondo rossonero, é che Ambrosini possa innalzare nel futuro, immediato e non, tanti trofei con la maglia del Milan e con la fascia da Capitano stretta al braccio. La Redazione di MilanNews, in occasione di questo importante risultato, vuole complimentarsi, con questo Speciale, con il grande Massimo, autentica bandiera del nostro amato Milan: “Auguri Ambro, 400 volte Cuore Rossonero!”

Sono passati 12 anni. Era il 1998 quando Massimo Ambrosini entrava in pianta stabile nel Milan per non uscirne più. In precedenza un periodo di prestito al Vicenza, per farsi le ossa: poi rossonero a vita.

E ora il capitano attuale del Milan ha tagliato un prestigioso traguardo: le 400 partite ufficiali con la maglia rossonera. A Milanello, nella giornata di vigilia della gara casalinga di campionato contro l’Atalanta, verrà premiato dalla società. Bene, anzi benissimo.

Il giusto riconoscimento per un giocatore che, in carriera, ha vinto tantissimo: tre scudetti (1995-1996, 1998-1999 e 2003-2004), una Coppa Italia (2002-2003), una Supercoppa italiana (2004), due Champions League (2002-2003 e 2006-2007), due Supercoppe Europee (2003, 2007) e una Coppa del Mondo per club (2007). Trofei vinti tutti con la maglia del Milan, quella che di sicuro l’avrà reso uno dei giocatori meglio pagati, ma anche uno dei più vincenti.

Ed è proprio questa la filosofia che da sempre caratterizza casa Milan: il sentirsi  una famiglia, il non staccarsi mai. Come un cordone ombelicale che accomuna, per sempre, madre e figlio. E basta guardare anche nel settore giovanile del Milan o nell’elenco degli osservatori, per scoprire che tanti altri ex rossoneri sono tali solo perchè non giocano più a calcio. Unica eccezione, Paolo Maldini.

 

 

Dunque, caro Massimo Ambrosini da Pesaro, 33 anni e 400 gare disputate in rossonero, complimenti. Sotto la guida di Carlo Ancelotti, assieme a Gattuso e Pirlo, hai formato un centrocampo incredibile, al quale si aggiungeva un Kaká più avanzato e vicino all’unica punta, soluzione che ha portato alla conquista della Champions League. Cosa manca a tutto questo? Qualche soddisfazione con la maglia della nazionale italiana. E Lippi…