E’ finita con il popolo rossonero a sfogare un entusiasmo ormai incontenibile nella classica ola in una serata perfetta o quasi: vittoria mai in discussione contro una Sampdoria in pessime condizioni e praticamente impotente contro lo strapotere rossonero; ottime notizie provenienti da Parma, dove l’Inter è stata sconfitta, allontanandosi dalla lotta per lo scudetto; ovviamente il “quasi” si riferisce agli infortuni di Abbiati e Pato e soprattutto quello del Papero preoccupa, perchè potrebbe trattarsi dell’ennesimo stop per motivi muscolari e il Milan rischia di dover giocare un paio di partite senza una prima punta di ruolo, vista la squalifica di Ibra. Intanto, però, i tifosi rossoneri si godono una serata da vecchi tempi, quelli in cui il Milan vinceva e volava in classifica e contemporaneamente arrivavano notizie esaltanti anche dai campi dove era impegnata l’Inter: sono stati ben cinque i boati a San Siro, nonostante il Milan abbia vinto “solo” 3-0 e questo perchè anche i gol del Parma sono stati festeggiati con il dovuto entusiasmo, perchè certificano che l’Inter non può più dar molto fastidio al Milan, quasi arrendendosi, e ora la lotta scudetto è ristretta a due squadre. Il Milan ha svolto il suo compito, in verità non troppo difficile, ma la brutta esperienza vissuta circa un mese fa nella partita contro il Bari non lasciava tranquilli e aveva creato qualche preoccupazione, perchè c’era il rischio di ripetere l’errore contro la Sampdoria e buttare via punti preziosi in una sfida apparentemente scontata dopo aver ottenuto grandi risultati nelle partite più difficili come il derby. Invece è andato tutto bene, perchè la squadra ha avuto il giusto approccio alla partita, ha iniziato forte per mettere subito in chiaro le cose con un avversario in crisi ma comunque bisognoso di punti, ha sbloccato abbastanza facilmente il risultato, non ha certo incantato nel primo tempo ma nella ripresa ha giocato in scioltezza, ha chiuso la partita, ha rischiato di dilagare e si è divertita divertendo il pubblico, che ha mostrato di gradire, dispensando applausi e cori a tutti i giocatori……
Allegri non ha grossi dubbi di formazione, perchè ormai ha scelto gli uomini con cui affrontare l’ultimo tratto di strada verso lo scudetto: è ancora indisponibile Nesta ma Yepes è una garanzia per non farlo rimpiangere e al suo fianco c’è l’ottimo Thiago Silva; Zambrotta è tornato padrone della fascia sinistra mentre Abate è meritatamente titolare sull’altra fascia grazie ad ottime prestazioni negli ultimi tempi; a centrocampo Van Bommel garantisce geometrie e concretezza, Gattuso non si discute, così come Seedorf, in condizioni smaglianti nelle ultime esibizioni; in attacco manca Ibra ma c’è Pato, match-winner nel derby e a Firenze, affiancato da Robinho e con Boateng trequartista “anomalo” ma molto efficace. San Siro non è strapieno come aveva chiesto Pato alla vigilia, ma c’è una buona cornice di pubblico per una partita apparentemente facile ma proprio per questo insidiosa e, soprattutto, fondamentale, perchè da qui alla fine tutte le sfide saranno decisive se si vuole davvero vincere lo scudetto, almeno fino a quando chi insegue in classifica non mollerà.
Il Milan parte forte, quasi a voler esorcizzare la paura di ripetere la scialba prestazione contro il Bari; la lezione di allora è servita e questa volta l’approccio alla sfida è quello giusto, anche se manca la feroce determinazione vista in avvio del derby. I rossoneri sono aggressivi e provano a schiacciare la Sampdoria, per non permettere agli avversari di prendere fiducia e credere nel colpaccio. La squadra di Cavasin si difende con ordine, tiene praticamente tutti i giocatori dietro la linea della palla e il Milan fatica a trovare spazi, anche se colleziona calci d’angolo che immancabilmente spreca con soluzioni cervellotiche o cross imprecisi. La Sampdoria si vede poco dalle parti di Abbiati e, così, il vero brivido lo provoca l’infortunio del portiere, costretto ad uscire prima dello scoccare del ventesimo minuto e sostituito da Amelia; vista l’inconsistenza in attacco dei blucerchiati (non solo oggi ma da molti mesi), il cambio non dovrebbe creare problemi, se non quello che Allegri ha un’opportunità in meno per poter cambiare le sorti della partita in caso di necessità. Il dispiacere per l’infortunio si tramuta immediatamente in gioia, perchè poco dopo il Milan conquista un calcio di punizione non distante dall’area da posizione un po’ defilata e Seedorf lo trasforma in rete battendolo magistralmente e mandando il pallone ad insaccarsi sul palo più lontano con un tiro carico di effetto che beffa Curci. Primo boato di San Siro e partita indirizzata sui binari giusti grazie ad un’altra prodezza di un giocatore che è in un periodo magico ed è un autentico trascinatore della squadra nel momento decisivo, come tante volte è accaduto nella sua straordinaria carriera. Risolto il problema di sbloccare il risultato, il Milan prova ad evitare un altro errore tipico di queste sfide, ovvero pensare che basti un gol a risolverle e continua a spingere per cercare di chiudere la partita, anche se non crea molte occasioni e fatica a mettere in difficoltà una Samp che non cambia atteggiamento nonostante lo svantaggio. Così il secondo boato di San Siro arriva per meriti altrui ed è causato dal gol di Giovinco a Parma che manda sotto l’Inter di “Giuda” Leonardo; ovviamente la notizia crea entusiasmo e scatena la curva, che fa scattare la “compilation” di cori contro i cugini e il loro allenatore. La gioia, però viene interrotta dall’infortunio di Pato, che si tocca la coscia, si blocca e chiede la sostituzione; lo stadio ammutolisce, la gente si preoccupa, ma poi applaude lo sfortunato campione che esce e anche chi lo sostituisce, ovvero il grande ex nonchè neo-papà Cassano, accolto dal coro “Fantantonio ce l’abbiamo noi” per sbeffeggiare i (pochi) tifosi doriani.
Il primo tempo si chiude senza ulteriori sussulti, con il Milan che mantiene il possesso palla e aspetta l’intervallo per riordinare le idee.
Il Milan inizia la ripresa con il chiaro intento di chiudere la partita per non soffrire e rischiare la beffa fino alla fine; Robinho, però, conferma la sua fama di “sciagurato” sotto porta e si divora un gol da favorevole posizione; il popolo rossonero borbotta, ma la curva lo rincuora con un coro di incoraggiamento e, in fondo, la sua colpa non è poi così grave, visto che poco dopo arriva comunque l’occasione per raddoppiare: in un contrasto aereo in area doriana, Yepes colpisce di testa e Volta intercetta il pallone con il braccio alto; Celi non può non fischiare il rigore e stupiscono le veementi proteste dei giocatori della Samp. Sul dischetto va Cassano che spiazza Curci, non esulta ma comunque si mette il pollice in bocca e mima il movimento della culla insieme ai compagni per dedicare il gol al figlio appena nato. Anche la curva festeggia e arriva a cantare che “Siam venuti fin qua, per vedere Cassano papa!”. Come si può intuire, c’è gran voglia di divertirsi sugli spalti, visto che la partita sembra decisa; la Sampdoria è tramortita, non accenna la minima reazione e il Milan controlla agevolmente la partita, chiudendola definitivamente poco dopo l’ora di gioco, grazie ad una magistrale azione che vede Cassano e Seedorf triangolare, il barese offrire un assist a palombella a Robinho che di testa da pochi passi non può certo sbagliare un altro gol e, infatti, insacca e corre ad esultare ballando il samba. Ennesimo boato di San Siro e non è ancora finita, perchè c’è da festeggiare il rientro in campo dopo molto tempo (basti pensare che non ha mai giocato in campionato nel 2011) di Pirlo (grandi applausi per il regista ma anche per Van Bommel che gli lascia il posto) e, soprattutto, arriva nel finale la notizia del gol di Amauri che mette definitivamente al tappeto l’Inter con i suoi sogni di rimonta. Nel frattempo il Milan continua a giocare in scioltezza, crea molte occasioni per rendere ancor più rotondo il punteggio, ma le spreca tutte: un paio di volte Cassano (che evidentemente non vuole infierire sui suoi ex compagni già in evidente difficoltà), Seedorf, Yepes di testa e il solito Robinho potrebbero trasformare una netta vittoria in goleada, ma va bene anche così e, infatti, negli utlimi minuti parte la ola, che fa molti giri dello stadio mentre il pubblico impazzito di gioia canta “Salutate la capolista” e si ricorda anche di Eto’o dedicandolgi la solita canzoncina dei fiori e del metrò che ormai fa da colonna sonora in ogni partita del Milan. Dopo un solo minuto di recupero arriva il triplice fischio di Celi e si può archiviare una netta vittoria, mentre i giocatori si prendono per mano e corrono sotto la curva a ricevere l’olè e gli applausi del pubblico e a ringraziare per l’incessante incitamento.
Tutto bene, tutto fin troppo facile: la Sampdoria ha confermato tutti i propri limiti, il Milan ne ha approfittato per vincere nettamente e soffrire pochissimo; una serata divertente e a tratti esaltante, anche se non bisogna ingigantire più di tanto un successo comunque importante e fondamentale. Rimane l’amarezza per l’infortunio di Pato e, soprattutto, ora bisognerà capire cosa si inventerà Allegri per le prossime sfide in cui dovrà schierare un Milan senza Pato e Ibra. Ma la squadra è in salute, sembra lanciata e non ha alcuna intenzione di rallentare e questa è la migliore garanzia che anche le gravi assenze possono essere assorbite senza problemi. Ci penseranno Robinho e Cassano (pimpante nonostante le poche ore di sonno in una settimana particolare) e poi c’è sempre il solito devastante Boateng e quel Seedorf che nel momento decisivo del campionato ha inanellato ottime prestazioni impreziosite da gol spettacolari e importanti. Un gran bel Milan, insomma, tonico, determinato, desideroso di non perdere più punti per strada, men che meno nelle sfide più semplici, perchè il traguardo è sempre più vicino ma è ancora lontano e non ci si può distrarre. La prossima sfida sarà importante e decisiva come e più di questa, perchè ormai è questo il ritornello che ama recitare Allegri per tenere concentrata la squadra, ma per il momento godiamoci questa facile ma esaltante vittoria e una serata entusiasmante per merito di un Milan che non vuole smettere di stupire proprio ora che sente profumo di scudetto.